lunedì 26 novembre 2007

Esercizi per centrarsi nel cuore

1. La presa di Coscienza della respirazione

Preferibilmente in una posizione con la colonna dritta, rilassiamo quanto meglio il corpo, in particolare i muscoli del viso e delle mani. Poi prendiamo coscienza della respirazione senza modificarne la profondità ed il ritmo. Concentriamo tutta l’attenzione sul processo respiratorio, osservando tutti i dettagli di questo atto assolutamente vitale. Capiremo gradualmente che indifferentemente da quello che ci è dato di vivere dal punto di vista esterno, noi ci manteniamo in vita grazie alla respirazione, grazie a questo atto abitualmente cosi insignificante.

La meditazione sempre più intensa su questo aspetto ci conduce a centrarci nel cuore in modo molto intenso, cosa che andrà a risvegliare in noi un grande amore rispetto a tutto quello che ci circonda.

2. Il Vuoto del Cuore

In molte tradizioni spirituali del mondo si parla del fatto che nel cuore spirituale dell’uomo esiste uno spazio vuoto che dobbiamo penetrare se aspiriamo alla realizzazione. Il cuore spirituale o centro dell’amore si trova al centro del petto e non alla sinistra, dove si trova il cuore materiale. Se perseguiremo il fatto di sentire questo vuoto del cuore e poi lasceremo che la nostra coscienza penetri in lui, praticamente otterremo quello che prima abbiamo chiamato centrarsi nel cuore. Per realizzare questo esercizio è necessario avere una buona capacità di visualizzazione e concentrazione mentale. Dobbiamo anche avere un’idea di cosa significhi spazio vuoto.

Una volta soddisfatte queste condizioni ci sediamo in una postura di meditazione e rimaniamo assolutamente immobili. In questa attitudine centriamo l’attenzione nella zona del petto e visualizziamo qui, all’interno, uno spazio vuoto simile allo spazio cosmico tra le stelle. Man mano che la nostra concentrazione migliora entreremo completamente in questo spazio vuoto e allora non percepiremo più assolutamente niente. Anche i nostri pensieri si dissolvono. Tutto quello che rimane allora è la coscienza di sé ed uno stato più o meno intenso di beatitudine.

3. La Luce interiore

Se per alcuni è difficile creare un’immagine del vuoto, si può coscientizzare una luce al centro del petto. Cosi come svanisce ogni altra percezione visiva se guardiamo il sole, allo stesso modo svaniranno tutte le nostre percezioni e pensieri se ci centriamo al meglio sulla luce interiore nella zona del petto. In concreto, ci dobbiamo sedere in una postura di meditazione, rilassarci e, con gli occhi chiusi, visualizzare come al centro del petto, internamente, abbiamo un sole molto splendente. Migliore sarà la visualizzazione tanto più riusciremo a centrarci nel cuore.

(tradotto dal libro “Il risveglio dell’anima” di Cristian Constantin Turcanu)



Centrarsi nel Cuore

La risoluzione dei problemi della vita, l’assumersi le responsabilità rispetto alle decisioni prese, il lavoro disinteressato e le buoni azioni sono quanto ci serve per portare al fiorire dell’amore nell’anima.

Questa tappa è cruciale, perché presuppone l’apparizione di trasformazioni profonde di ordine qualitativo a livello della struttura psico-mentale. Le prime tappe menzionate ci fanno agire prevalentemente nel mondo esteriore, mentre la vita (inclusa quella interiore) sarà capita soprattutto dalla prospettiva delle azioni realizzate nel mondo obiettivo delle cose. L’apparizione dell’affettività porta con sé un cambiamento di prospettiva, in quanto tramite l’amore, la vita interiore ed esteriore prenderanno un altro senso.

Questa tappa ci rivela un aspetto misterioso e cioè che la vita interiore può essere indipendente dal mondo oggettivo delle cose esterne. I sentimenti intensi ci determinano ad avere sempre una buona presa di coscienza sulla nostra vita interiore, che ci si svela come veramente affascinante e piena di gioie avvolgenti, che non dipende più dalle cose esterne. Dal punto di vista esterno possiamo attraversare difficoltà enormi, però, se siamo arrivati al risveglio plenario dal punto di vista affettivo, allora non le vivremo più con sofferenza ma solo con felicità.

Grazie alla compassione che si manifesta intensamente nel nostro cuore sentiremo un forte impulso ad “aprire” gli occhi di tutti davanti al tesoro inestimabile dell’amore. Ci “vizieremo” in una contemplazione sempre più intensa delle ricchezze straordinarie, rivelate dalla presenza dell’amore nell’anima. Chiameremo questo stato di contemplazione del mondo interiore, sprofondato in un oceano di amore, “centrarsi nel cuore”.

Il vivere la vita soprattutto dalla prospettiva dell’amore presuppone l’apparizione e lo sviluppo di un nuovo centro di percezione del mondo. La mente non è più sufficiente ora, perché tutti i suoi meccanismi di percezione si basano sul fatto che la Realtà sarebbe una somma di oggetti autonomi, mentre l’amore viene e ci rivela il mistero che in essenza tutto è Uno. Si svilupperà gradualmente un nuovo centro di percezione del mondo che i saggi hanno chiamato in modo generico “Cuore”. Il centro dell’essere si sposterà dalla mente al cuore. Una persona nella quale l’amore non è fiorito percepirà il mondo interno ed esterno come se il “centro di osservazione” sia posto a livello della testa. Non a caso a questo livello si trovano i cinque sensi della conoscenza. Se l’amore è fiorito nell’anima, il mondo è percepito ad un livello superiore a quello sensoriale, molto più in profondità, e questo si realizza con l’aiuto di un nuovo strumento, il cuore.

Questo centrarsi nel cuore si ottiene tramite la contemplazione interiore dell’amore. Senza proporcelo, constateremo che le nostre attività esterne si diradano. Capiremo che gli altri hanno bisogno di un altro tipo di aiuto rispetto a quello offerto fino ad ora. Faremo del nostro meglio per aiutarli a conoscere tramite i loro vissuti quanto fa bene l’amore; cercheremo di aiutarli a rendersi conto personalmente e da soli di cosa gli manca e dei modi tramite i quali possono essere soddisfatti. Solo cosi saremo di vero aiuto. Dobbiamo menzionare anche il fatto che queste trasformazioni avvengono da sé, in un modo normale e assolutamente naturale. Il livello di sviluppo interiore dell’anima ordinerà sempre il mondo esteriore in un modo specifico. Intuiamo già che non il mondo interiore è un riflesso di quello esteriore, ma il contrario, l’armonia interiore genererà armonia esteriore, almeno nell’universo della nostra individualità.

Il centrarsi nel cuore è uno stato specifico dei grandi spiriti.