La pratica dello
Yoga è come un'avventura in montagna, che alla fine del viaggio ci
regalerà una visione stupenda sulla realtà che ci circonda. Una
visione molto più ampia di quella che possiamo avere rimandocene
comodamente a valle.
Non è quindi per
gli animi pigri. O per coloro che si accontentano di guardare su un
libro di fotografie le immagini della cima del monte, di coloro che
leggono
ma non muovono un dito, rimanendo dei teorici.
Quando
andiamo a fare una gita in montagna sappiamo invece che ci sarà da
scarpinare, da sudare, da sporcarci un po' e magari anche da farci
qualche graffio e sbucciatura tra le insidie che potremo trovare
lungo il cammino. Ma sappiamo anche che il fisico e lo spirito ne
usciranno fortificati. Che sarà un'esperienza,
e rimarrà indelebile nella nostra memoria.
Possiamo
allora scegliere il tipo di avventura che desideriamo: una semplice
passeggiata gustando la natura qua e là, oppure salire fino in cima,
oltre le nuvole, dove il Sole splende sempre.
Possiamo
decidere di fare un percorso già noto, seguendo un sentiero già
tracciato, dove i pericoli sono minori, approfittando di chi ha già
aperto quella via. È il caso di chi vuole seguire una via spirituale
già esistente, che ci permetterà di scoprire alcune cose su di noi
e sulla vita.
I
più ardimentosi vorranno allora esplorare zone sempre più elevate
ed affascinanti, territori per pochi animi avventurosi, desiderosi di
addentrarsi ed inerpicarsi
al fine di arrivare così ad una visione non comune. Costoro, almeno
all'inizio, avranno sicuramente bisogno di una guida,
che conosca già il cammino, le tappe da seguire, dove fermarsi, dove
rifocillarsi, e cosa portare con sé. Il bagaglio infatti dovrà
essere ridotto all'essenziale.
Altrimenti ci porteremo solo pesi inutili che ci affaticheranno e
basta, senza davvero aiutarci a raggiungere la mèta. Questi sono
quei cammini spirituali in grado di portarci fino alle vette della
conoscenza spirituale, di allargare i nostri orizzonti e farci
ritornare poi come esseri trasformati, più forti e più sereni allo
stesso tempo. Ogni giorno di cammino sarà allora un avvicinarsi
fatto di lavoro intenso, ma che al contempo dovrà seguire le proprie
capacità personali. Ognuno infatti deve seguire il proprio
ritmo,
altrimenti potrebbe trovarsi a stancarsi molto di più, se dovesse
andare troppo veloce per le sue attuali possibilità, ma altrettanto
potrebbe succedere se decidesse di andare troppo piano, spegnendo
così parte del suo ritmo interiore. Certo, andare in gruppo è di
grande vantaggio, se il gruppo è unito e ci si sostiene a vicenda.
Gradualmente però ci sarà una selezione, dove rimarranno a
gruppetti in base alle affinità elettive e alle capacità
sviluppate. È in questa fase che l'ascolto
interiore
è fondamentale: nessuno ti sta obbligando in qualcosa, sei tu che
vuoi fare questo cammino, ma il ritmo sarà dato necessariamente
dalla tua aspirazione interiore, dalla tua voglia di arrivare. Così,
rimanendo nell'ascolto di sé, scopriamo che non è solo la mèta ad
interessarci, ma ogni punto del cammino ha qualcosa da insegnarci.
Per non arrivare in cima senza aver assimilato quanto trovato per
strada. Per ricordarci che, l'obiettivo finale esiste (la
riunificazione con il Divino),
ma è già presente in ogni passo che stiamo facendo.
La
guida conosce la strada e ci dà la direzione. Noi possiamo
scegliere. Seguirla, fermarci, prenderne un'altra. Per ogni monte c'è
una guida che conosce tutti i suoi segreti. Una volta trovato il
monte che fa per noi, se non ci fidiamo della guida tutto sarà molto
più difficile. Potranno però rinfrancarci le persone che sono già
state con quella guida e sono riuscite ad arrivare fino in cima,
insieme.
Ognuno però con le proprie forze.
Infine
ci sono gli spiriti liberi, che dopo aver imparato da una o più
guide a scalare le montagne, iniziano ad esplorare anche da soli, ad
aprire nuove vie, a raggiungere luoghi ancora del tutto inesplorati.
E così, se riusciranno nell'impresa, nuovi sentieri saranno
tracciati. Nuove visioni si apriranno all'animo umano. Questi sono
quei rari esseri che sono riusciti nelle imprese di creare una nuova
via spirituale, Avatar
capaci di portare un messaggio oltre l'inimmaginabile di quel tempo.
Per
noi, appassionati di natura, aria fresca, sole che scalda e Bellezza
da scoprire, sarà la nostra sete
di Vita a farci scegliere il
sentiero con cui cominciare, ricordando però, che ogni vero premio
ha i suoi rischi e le sue fatiche. C'è chi si stancherà subito e
rientrerà a casa prima del tramonto, chi cadrà e si farà male (e
più in alto era andato, più la caduta sarà rovinosa... se non ha
fissato le sue scoperte con i ganci
della
consapevolezza profonda), chi si fermerà a
metà strada e avrà un sentimento di smarrimento, chi darà la colpa
agli amici per averlo portato a fare una cosa ben oltre le sue
possibilità, o nutrirà perfino sentimenti d'avversione per la
propria guida.
Ma chi ha l'animo
saldo, la sua mente chiara, le sue energie sempre rinnovate, chi sa
unire la preparazione quotidiana (sadhana)
ad una libertà interiore che gli permette di sentire quando è il
momento di una pausa e quando è il caso di accelerare il passo, chi
avrà pian piano imparato a decifrare i segnali della Natura, allora
egli grande giovamento avrà da questa avventura, e quando a fine
giornata si distenderà sul giaciglio, si addormenterà sapendo di
aver approfittato al meglio dell'esistenza che gli è stata concessa,
del privilegio di poter essere
lì,
di poter avere le condizioni per fare questa avventura, ringraziando
di avere un corpo e una mente sani, e di non aver perso il proprio
tempo a guardare le imprese degli altri, raccontate e niente più.
Solo
così anche il Sacro Monte Meru che è in noi, Sushumna
Nadi,
apparirà ai nostri occhi, scorrendo tra le nostre vene e nutrendoci
con la sua linfa vitale, Kundalini
Shakti.
Buen
camino, peregrino!
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